mercoledì 4 agosto 2004

Concerto sinfonico-vocale di classe presso l’Anfiteatro del Centro Fieristico “Le Ciminiere” di Catania

Venerdì 6 agosto 2004 presso l’Anfiteatro del Centro Fieristico “Le Ciminiere” di Catania ha avuto luogo il concerto sinfonico-vocale che ha visto protagonisti il tenore Marcello Giordani, il direttore d’orchestra Giuliano Carella e l’orchestra del Teatro Massimo Bellini di Catania. La rappresentazione fa parte del Festival della Val di Noto promosso dal Ministero per i Beni e la Attività Culturali, dalla Regione Siciliana Assessorato dei Beni Culturali ed Ambientali e della Pubblica Istruzione, dalla Provincia Regionale di Catania e dall’Associazione Val di Noto Festival. Un grande impegno di dette istituzioni che comprende più di cinquanta manifestazioni che verranno realizzate nel distretto Sud-Est della Sicilia orientale da agosto a settembre, coinvolgendo le province di Catania, Siracusa e Ragusa.
Il programma offerto al pubblico catanese non è stato certo dei più consueti, anche e soprattutto per la presenza di musiche dello scapigliato Alfredo Catalani del quale abbiamo ascoltato i brani strumentali tratti dalla Loreley: Preludio del I atto, Danza delle ondine e valzer dei fiori eseguiti invero in modo impeccabile dall’orchestra del nostro teatro guidata con sicura competenza da Giuliano Carella. L’Intermezzo dalla Manon Lescaut di Giacomo Puccini, la Tregenda da Le Villi dello stesso autore, nonché l’Intermezzo de L’amico Fritz e il Preludio e l’Intermezzo da Cavalleria Rusticana di Pietro Ma scagni hanno trascinato  il foltissimo pubblico intervenuto che si è ancor più entusiasmato per le interpretazioni di Marcello Giordani che si è esibito in: La dolcissima effige e L’anima ho stanca da Adriana Lecouvreur di Francesco Cilea; Un dì all’azzurro spazio e Come un bel di maggio da Andrea Chénier di Umberto Giordano; M’hai salvato da Wally di Alfredo Catalani e Addio alla madre da Cavalleria rusticana. Il tenore siciliano ha sfoderato in ogni brano l’assoluto dominio tecnico della sua tessitura ed una luminosità sonora di rara fattura. Come bis ha concesso dalla Turandot il celeberrimo Nessun dorma che ha provocato nell’anfiteatro una vera e propria standing ovation.

Giovanni  Pasqualino