martedì 28 giugno 2005

SOS – SALVIAMO I SEGNI DELLA STORIA

RISTRUTTURAZIONE DELL’EX OLIVIERI IN  VIA TASSONI.
 E LA FACCIATA?


E’ prevista la ristrutturazione dell’ex Scuola Olivieri, in via Tassoni. Così almeno si evince da un telo che campeggia sulla facciata, utile anche a pubblicizzare la qualità dei prossimi appartamenti e la società cui rivolgersi per prenotarli.
 
Come noi tutti  pescaresi sappiamo, il palazzo si trova proprio dinanzi al Liceo Scientifico, angolo via Balilla. Insieme, le due strutture costituiscono un unicum storico-architettonico che a Pescara, dove l’edificato degli anni ’60 ha affogato e quasi del tutto sommerso le presistenze stilistiche, diviene segno preziosissimo di una memoria, anche estetica, sempre più sull’orlo della dismissione totale.

Ci auguriamo che – nulla togliendo alla possibilità di nuove ripartizioni interne a fini abitativi – l’Amministrazione Comunale  abbia rilasciato una concessione che obblighi a conservare immodificata la facciata dell’ex Olivieri!

Se così eventualmente non fosse, chiediamo  - pronte anche a raccogliere ulteriori adesioni associative e firme di cittadini – di porre rimedio ad una distrazione che non ci farebbe onore.

A tal fine inviamo la presente anche alla Sovrintendenza, affinché consenta, per tutti,   la migliore scelta nell’interesse generale.

Per l’Associazione

La Presidente Mariella Saquella

   la già consigliera della circoscrizione

Tina D’Alonzo

sabato 25 giugno 2005

Lo Stato senza Dio, il Fascismo e le fesserie di Buttiglione

Commentando le dichiarazioni del Papa Benedetto XVI pronunciate in occasione dell’incontro con il Presidente della Repubblica Azeglio Ciampi, il Ministro Bottiglione, filosofo e politico, ha affidato alla stampa la lapidaria sentenza: “Uno Stato senza Dio va verso il Fascismo”. Se volessimo giudicare questa frase con il colorito e moderno linguaggio in uso tra i giovani diremmo: “è una stronzata!”, ma poiché giovani lo siamo stati e il nostro linguaggio è più castigato, diciamo che l’affermazione del Ministro dell’Udc è una grossa corbelleria, poiché il Fascismo – com’è storicamente accertato – è stato quel movimento politico che fondava  i suoi principi ideologici sul trinomio “Dio, Patria, Famiglia”, in cui Dio era al primo posto. Un concetto di spiritualità che permeava l’intero popolo italiano, che nel fascismo si riconosceva, ovvero quasi la totalità dei cittadini. Gli stessi reparti in camicia nera cantavano la “Preghiera del Legionario”: “Iddio che precedi il labaro delle nostre regioni…”
Ma a smentire storicamente Buttiglione c’è il Concordato tra Stato e Chiesa, i “Patti Lateranensi” del 1929, che reca la firma di Benito Mussolini e il Cardinale Pietro Gasparri. Un concordato che faceva del Cattolicesimo la religione di Stato, riportava il Crocifisso nelle scuole, includeva tra le materie scolastiche la religione, concedeva la congrua ai sacerdoti in risarcimento dei beni sottratti alla Chiesa, creava la figura del Cappellano militare, e numerosi altri provvedimenti legislativi a protezione della Chiesa e della Religione Cattolica (Apostolica Romana).
Rocco Bottiglione è filosofo, esperto di quella materia che universitari scanzonati definivano un tempo “la scienza con la quale e per la quale tutto resta tale quale”…, come dire che, filosofando, si può dimostrare tutto e il contrario di tutto, e a volte induce a “teoremi” o “assunti” che non hanno alcuna attinenza con la realtà. La quale – nel nostro caso – è proprio il contrario di quanto asserito da Buttiglione.
Lo Stato senza Dio, reca all’ateismo, ovvero al materialismo – a Friedrich Hegel, il filosofo dell’identificazione della realtà con la razionalità – dunque al comunismo…
Se Buttiglione avesse posto una qualche attenzione ai movimenti giovanile del sessantotto avrebbe potuto trarre alcune considerazioni dagli stessi atteggiamenti e simboli in uso tra quei giovani. Quelli di Sinistra – ispirati dalle teorie del filosofo tedesco Herbert Marcuse – recavano sul petto una sorta di “A”, che non significava Anarchia, come da più parti si riteneva, ma si trattava di “ideogramma” che indicava l’uomo con i piedi ben saldi nel terreno, ovvero una scelta pragmatica della vita. I giovani di Destra, che si rifacevano ai movimenti neo o post fascisti, ispirati da concetti filosofici espressi dal filosofo Julius Evola, esponevano sui loro petti un altro ideogramma, una sorta di A rovesciata, meglio rappresentato graficamente da una “Y”, che stava a simboleggiare l’uomo con le braccia tese verso  il cielo, ovvero una scelta carismatica della vita. Una scelta spirituale che porta a Dio.

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lunedì 20 giugno 2005

Le telecamere di Geo&Geo in provincia di Pescara

La troupe nel pescarese per girare le immagini delle più belle località dell’area vestina

Per il secondo anno consecutivo, le telecamere di “Geo&Geo”, la nota trasmissione di RAI3 condotta da Sveva Sagramola, sono puntate sulle più belle località della provincia di Pescara.
Grazie infatti ad una collaborazione avviata dallo scorso anno con l’amministrazione provinciale, la troupe di “Geo&Geo” da qualche giorno sta girando le immagini nelle località più belle del versante vestino, dopo aver già realizzato tre servizi nell’area della Majella, alcuni dei quali andati in onda qualche mese fa all’interno della trasmissione.
I nuovi servizi riguardano il centro storico e la riserva naturale di Penne, le località di Loreto Aprutino, Moscufo, Farindola.
Si è partiti giovedì 16 giugno da Penne, dove la troupe ha ripreso il centro storico della cittadina, con le sue antichissime chiese come il Duomo, Sant’Agostino, Santa Maria in Colleromano, e i palazzi dove vissero importanti casati, come la residenza estiva di Margherita d’Austria. La troupe si è soffermata un giorno intero nell’area dell’oasi della riserva regionale del Lago di Penne, dove protagoniste delle riprese sono state soprattutto le specie animali della lontra e la nitticora. Ampio spazio è stato riservato anche all’artigianato, con le tradizioni più significative che lo rappresentano: la tessitura, la pittura su ceramica, lo sbalzo del rame a mano e la gastronomia, con una ricetta della “Tisana Barrica” riproposta davanti alle telecamere per raccontare come mangiavano gli antichi vestini. Da domani gli operatori e il regista si sposteranno a Loreto, per riprendere il  centro storico del paese, il museo dell’olio, l’Abbazia di San Pietro, la chiesa di Santa Maria in Piano, l’artigianato locale nelle figure del maniscalco e il “maestro coltellaio”. L’altra importante tappa della troupe sarà a Farindola: le suggestive vie della cittadina arroccata, il paesaggio che offre il Parco Nazionale Gran Sasso e dei Monti della Laga, l’oasi del camoscio con la sua imponente cascata e la “grotta dei briganti” di Rigopiano. I servizi che verranno realizzati daranno ampio spazio al prodotto che ha reso celebre Farindola in tutta la penisola e non solo: il pecorino. La sua fama è data dal caglio di maiale usato nella preparazione che gli conferisce aroma e sapori unici, ma la sua particolarità deriva anche dall’esclusivo ambiente pedemontano di origine, che ne caratterizza la peculiarità della produzione.

Il video-documentario è diretto dal regista Emilio Lopez, più volte premiato per le sue produzioni, con trasmissioni come Gaia, Alle falde del Kilimangiaro, e, appunto Geo&Geo, che ha raggiunto un alto indice di ascolto per essere un contenitore “a base di cultura e natura” che non disdegna le implicazioni economiche, gastronomiche e sociali di un territorio: anche per questo ampio spazio è dato alla produzione di prodotti tipici locali, alle attività artigianali, alla cucina tipica, alle implicazioni culturali che caratterizzano il territorio provinciale.

sabato 18 giugno 2005

Concerto dell’Orchestra Filarmonica del “Bellini” al Teatro Sangiorgi di Catania

Mercoledì 15 giugno 2005 ha avuto luogo al Teatro Sangiorgi di Catania il concerto dell’Orchestra  Filarmonica del “Bellini” diretta dal maestro Hartmut Zöbeley. Sono state eseguite la sinfonia della Norma e la sinfonia de Il Pirata di Vincenzo Bellini, la sinfonia dell’Italiana in Algeri di Gioacchino Rossini nonché due Intermezzi da Cavalleria Rusticana di Mascagni e da Maruzza di Pietro Floridia, musicista interessante ancora tutto da scoprire nato a Modica nel 1860 e morto a New York nel 1932, (pagina della quale non esiste edizione a stampa e pare eseguita in prima assoluta nella nostra città).
Intercalati ai pezzi puramente strumentali sono state eseguite alcune arie d’opera nelle quali si sono esibiti il basso Riccardo Zanellato: “Vi ravviso o luoghi ameni” da Sonnambula e “Cinta di fiori” da  I Puritani; il mezzosoprano Nidia Palacios nell’aria con cabaletta “Oh mio Fernando” da La Favorita di Gaetano Donizetti e nell’aria con cabaletta  “Per questa fiamma indomita” da Anna Bolena dello stesso maestro bergamasco;. infine il soprano Dimitra Theodossiu nella celeberrima “Ah non credea mirarti” da Sonnambula.
L’interpretazione offerta al pubblico dai tre cantanti è stata di buona fattura ed ha evidenziato il buono accordo che talora può realizzarsi fra solisti e orchestra, specie se quest’ultima riesce ad accompagnare con estrema misura e discrezione.
L’orchestra Filarmonica del Teatro Massimo ha evidenziato lo stato di ottima salute di cui gode esibendo delle sonorità chiare e vellutate oltre che impasti sonori di grande effetto e squisita eleganza. Il maestro Hartmut Zöbeley ha dato vita ad una conduzione lineare e precisa anche se, specie nei brani solo strumentali, con occasionali cadute nella pedanteria quasi metronomica di alcuni passaggi, pedanteria che ha reso talora meccanica e poco incisiva la resa globale che nel complesso è risultata soddisfacente.
Dobbiamo solo segnalare il leggero riverbero acustico che si crea nel nostro splendido Teatro Sangiorgi, ristrutturato in modo egregio da un punto di vista estetico ma ancora con qualche piccola manchevolezza da un punto di vista acustico, manchevolezza alla quale le istituzioni preposte potrebbero ovviare con leggere modifiche ambientali e un po’ di buona volontà.

Giovanni Pasqualino

mercoledì 1 giugno 2005

“Una vita per la musica” al soprano Mirella Freni

La S.C.A.M assegna il Premio Giuseppe Anselmi
“Una vita per la musica” al soprano Mirella Freni
Il giorno 31 maggio 2005 presso l’Istituto di Alta Cultura Musicale “Vincenzo Bellini” di Catania ha avuto luogo la cerimonia di premiazione del riconoscimento internazionale per alti meriti artistici Giuseppe Anselmi – Una vita per la musica  al soprano Mirella Freni e alla memoria  al basso Nicolaj Ghiaurov e al soprano Rosina Storchio.
La serata è stata condotta con sobrietà ed eleganza da Nunziata Blancato e sono intervenuti il presidente dell’Istituto “Bellini” Angelo Munzone e il presidente della S.C.A.M. (Società Catanese Amici della Musica) Antonio Maugeri, tenace ed instancabile promotore musicale.
Le doti vocali di Mirella Freni sono state spiegate in modo circostanziato ed esauriente dal critico Giorgio Gualerzi che ha anche commentato alcune importanti e storiche interpretazione della bravissima cantatrice che ha avuto attribuito il premio con la seguente motivazione: “Prestigiosa interprete per la tecnica raffinata, lo stile accurato, la naturale musicalità e l’illuminato fraseggio si pone ai vertici assoluti della storia esecutiva del secondo novecento. Guidata dai più illustri direttori d’orchestra, dal suo debutto ai nostri giorni ha trionfato in tutti i più rinomati teatri del mondo nel repertorio per soprano lirico lirico-spinto spaziante dal settecento al secolo attuale, con particolare riguardo alle grandi eroine di Mozart, Verdi, Puccini, Cajkovskij e Giordano di cui lascia anche pregevolissime incisioni discografiche di sicuro riferimento non solo per la storia dell’interpretazione ma anche come prezioso lascito per le future generazioni di Artisti”.
Il premio alla memoria a Ghiaurov è stato consegnato alla stessa Freni, sua affettuosa compagna, mentre il premio alla memoria assegnato a Rosina Storchio è stato ritirato da Giovanni Dordoni, direttore del museo lirico dedicato alla cantante veneta.

La serata è stata anche allietata da tre esecuzioni del bravo basso Francesco Verna accompagnato con sobrietà ed eleganza dalla pianista Graziella Concas. Il folto pubblico intervenuto nel magnifico Auditorium dell’Istituto ha tributato reiterati e calorosissimi applausi sia alla signora Freni che ai giovani e già valenti giovani esecutori.