giovedì 30 aprile 2009

In edicola la rivista D’Abruzzo n. 85 Primavera 2009

“Siamo stati privati di una parte importante del nostro patrimonio umano e storico-monumentale. Sono perite quasi 300 persone, scomparsi interi paesi, crollate migliaia di case, rifugio e vita di famiglie. La perdita di intere comunità, come il paesino di Onna, è lacerazione profonda. Questo è l’Abruzzo che noi seguivamo con affetto e tentavamo di valorizzare perché anche questi piccoli centri continuassero a vivere conservando l’armonia economica con il territorio di cui erano espressione e indicassero l’antico equilibrio come esempio per rinnovare il nostro modello di sviluppo”….

Con queste parole si apre l’editoriale che la rivista D’Abruzzo ha sentito il dovere di dedicare a tutti gli abruzzesi coinvolti nel terremoto che ha colpito la zona dell’aquilano il 6 aprile scorso. A simboleggiare le tante perdite: umane e del nostro patrimonio artistico, una piccola chiesa rurale, della provincia aquilana, colpita nella sua struttura lascia intravedere gli affreschi al proprio interno. Vuole essere un po’ il simbolo di un Abruzzo segnato duramente fin nelle zone più interne, nei piccoli paesi che costellano l’Aquila e che spesso dimenticati dai grandi flussi turistici, conservano anch’essi una propria storia da raccontare.

La periodicità della rivista spesso non coincide con l’attualità, o con gli eventi che accadono in Abruzzo e la programmazione degli argomenti avviene molto tempo prima.
Proprio in questo numero si era deciso di proporre al lettore un itinerario in treno, iniziato già nei numeri precedenti, che da Sulmona giunge a L’Aquila.
I paesi attraversati dalla ferrovia che collega le due città: Raiano, Molina Aterno, Fagnano alto, Paganica, San Demetrio ne’ Vestini con le loro ricchezze storiche, monumentali, rappresentano una realtà diversa da quella descritta nella rivista. “Non avremmo mai immaginato che l’itinerario preparato per questo numero sarebbe risultato così contrastante con la realtà che viviamo oggi. La scelta di non cambiare i contenuti della rivista, già in stampa ai primi di aprile” si legge ancora nell’editoriale, “vuole essere un forte augurio di veloce ripresa e rinascita per tutte le comunità abruzzesi duramente colpite .”

Per lo stesso motivo, eventi al di fuori della nostra portata, imprevedibili, hanno conseguenze che si ripercuotono su ogni aspetto della nostra vita. La puntuale descrizione, nell’articolo Pietre, Acqua e Devozione, di Raiano, del complesso cultuale dell’eremo di San Venanzio, della festa celebrata ogni anno il 18 maggio e che quest’anno non si svolgerà, vuole essere ulteriore testimonianza di aspetti che, oggi devono essere “ricostruiti” affinchè la vita riprenda il corso.

Del tutto primaverile, l’ itinerario proposto per questo numero, Punta Aderci a Vasto tra le prime fioriture e la tipica vegetazione dunale nella quale nidificano uccelli migratori e stanziali. La lunga spiaggia di sabbia chiara con la tipica vegetazione di Paleo delle spiagge o verbasco lanoso, offre, infatti, rifugio all’uccello fratino che qui si riproduce regolarmente.

Un approfondimento sulla eventuale installazione nella zona costiera di Ortona, contrada Feudo, di alcuni pozzi di idro-desolforizzazione del petrolio. Nell’articolo della docente Maria Rita D’Orsogna presso la California State University at Northridge di Los Angeles e in quello di Giuseppe Rossi, Presidente del Parco Nazionale d’Abruzzo, vengono approfonditi gli aspetti legati a tale tipo di centrali con le ripercussioni sul territorio circostante, sull’uomo, sulla tipica immagine dell’Abruzzo legato ai suoi Parchi e alla sua natura.


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