martedì 5 maggio 2009

Recensione: Johannes Brahms, Opere per clarinetto

Analogamente a quanto accadde a Mozart, Johannes Brahms scoprì le doti solistiche del clarinetto solo nell’ultima fase della sua parabola creativa grazie all’incontro con il grande virtuoso Richard Mühlfeld, in tempo comunque per dedicargli quattro opere entrate di diritto a far parte dell’empireo della letteratura casistica ottocentesca. Questo disco dell’etichetta Phoenix ne propone tre, le due sonate op. 120 n. 1 e n. 2 e il Trio in la minore op. 144, nell’interessante lettura del clarinettista Antonio Tinelli, del violoncellista Giorgio Casati e del pianista Giuliano Mazzoccante. Eseguendo questi lavori, molti interpreti tendono a uniformare la complessa scrittura brahmsiana in un tono cantabile e intimista, espressione della struggente malinconia e della consapevolezza della caducità delle cose umane che pervase l’animo del compositore amburghese negli ultimi anni della sua vita. In realtà un approccio simile riesce a cogliere solo il lato più evidente di queste opere, che celano anche passaggi delicatamente sognanti e addirittura alcuni spunti umoristici, come si può notare nel Vivace conclusivo della Sonata in fa minore. I tre bravi solisti di questo disco riescono a rendere con efficacia questa variegata tavolozza espressiva, sfoggiando una eccellente intesa, ravvisabile soprattutto nei finale del Trio, un brano caratterizzato da una straordinaria complessità formale, che viene risolta con ammirevole coerenza e un suono d’insieme cado, ricco e molto affascinante.

Giovanni Tasso
Il giornale della musica, n. 258, aprile 2009


Johannes Brahms Opere per clarinetto
Sonata op. 120 n. 1 in fa maggiore (per clarinetto e pianoforte)
Sonata op. 120 n. 2 in mi bemolle maggiore (per clarinetto e pianoforte)
Trio op. 114 in la minore (per clarinetto, violoncello e pianoforte


clarinetto Antonio Tinelli

violoncello Giorgio Casati

pianoforte Giuliano Mazzoccante






PHOENIX PH
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