martedì 2 agosto 2005

La mostra di scultura di Di Giosaffatte al Museo Casa d’Annunzio

Ultimi giorni per ammirare le sculture del grande maestro abruzzese

Sta per chiudere i battenti la splendida mostra antologica dell’artista castellano di adozione, nato a Penne nel 1935, Vincenzo Di Giosaffatte. Ancora per qualche giorno, fino al 7 agosto sarà possibile ammirare all’interno della suggestiva ambientazione della casa natale di Gabriele d’Annunzio le meravigliose sculture ceramiche. Numerose e originali le opere esposte, che i cittadini di Pescara nel rituale passeggio di Corso Manthonè possono fermarsi ad ammirare nelle ore notturne della calura estiva.
Davvero una bella vetrina per il celebre autore di opere famose come la “Colonna della passione” (1996) al museo Stauros, Santuario di San Gabriele nell’Isola del Gran Sasso.
Il materiale fittile per eccellenza, la terra, viene sublimato dalle opere in refrattario ad alta temperatura dell’autore, che sono insieme un itinerario di ricerca formale e un discorso dialettico tra spazio, natura, speculazione stilistica e afflato metafisico. Nel repertorio dell’artista Di Giosaffatte figurano creazioni che ricordano le crete senesi e grés porcellanati o a lustro metallico dai colori iridescenti, lattiginosi e traslucidi che richiamano certi smalti policromi piombiferi cinquecenteschi di Bernard Palissy o certe barbottine francesi dell’Ottocento o ancora le ardite composizioni ceramiche del Novecento di Vilmòs Zsolnay.
Caro all’autore è il tema del dialogo, degli incontri, che viene sviluppato in tutta la sua tensione spirituale con una spiccata verticalità di forme ascensionali. È così per “Aspirazione corale”, per l’opera “Scrutatori” e “Andare oltre” (1990).
Tutte opere di grandi dimensioni destinate ad ambientazioni integrali. Colonne, obelischi, prismi, cunei, la cui consistenza materica evoca per certi versi, pur nella sua peculiare originalità il percorso stilistico di un grande autore tunisino vivente: Khaled Ben Slimane – che spero presto di poter intervistare –, membro dell’Accademia Internazionale della Ceramica di Ginevra, le cui opere sono esposte in prestigiosi musei, dal British Museum di Londra all’Idemitsu Museum of Art di Tokyo. Penso in particolare alla verticalità di opere come “EKWC” o ai coni “Ascension”, creazioni queste, talora rese polite, con il tratto minuto e il grafismo dei caratteri pseudocufici, talaltra  plasmate grezze, incrostate e possenti, tanto da  rassomigliare a certi totem ancestrali o a dolmen e menhir protesi come il grido dell’uomo verso il cielo. Per entrambi gli autori è il gemito della creazione ove demiurgo è Adamo.
La genesi dell’uomo è perennemente evocata nell’opera di Di Giosaffatte da alcuni “profili” di volti che spezzano la visione dello spazio spiccatamente iconoclastica dell’intero iter artistico dell’autore. Il suo è un rigore essenziale plastico e lucente, come certe preziose silhouette dell’orafo James Riviére o certi  morbidi impasti di Chagall, Mirò e Picasso ceramisti.
Se fulcro di tutto è l’uomo; la terra quale materia, è il punto nodale della creazione.
“Partendo dalla Terra” (1938), il globo  come visto da uno spazio siderale lontano brilla, al pari di un gigantesco cabochon di zaffiro, di un blu cobalto, ricco e prezioso.
E’ il blu dell’antica tradizione castellana. Il blu della collezione Farnese, il blu profondo della notte.
È singolare come culture tanto lontane come quella occidentale e quella mediorientale possano trovare, nella creazione artistica, pur nella diversità di ispirazione e concettuale, in un’epoca così lacerata da conflitti ideologici e culturali come la nostra, radici,  punti di contatto e di incontro. L’Arte è mediatrice di cultura ed è la sola matrice comune che possa portare veramente al dialogo.
Tema molto caro a Di Giosafatte è quello de “L’INCONTRO FRA I POPOLI”.
In una lettera aperta alla Città di Pescara l’artista abruzzese pensa alla realizzazione di una grande scultura in acciaio e ceramica girevole, di cui ho avuto l’onore di visionare il bozzetto. Pescara città di quel mediterraneo che è culla di millenaria civiltà comune potrebbe essere il luogo auspicato e idealmente vocato all’incontro-dialogo fra artisti di Paesi diversi. Una città cosmopolita dell’arte.

Elsa di Paolo


INGRESSO GRATUITO. IN VENDITA CATALOGO “VINCENZO DI GIOSAFFATTE. IL VOLTO DELLA SCULTURA”. CLAUDIO CERRITELLI. PREFAZIONE DI CARLO FABRIZIO CARLI. ANDROMEDA ED. COLLEDARA. € 40,00.

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