La delicata ed intensa descrizione di una storia
d'amore, mai dimenticata, tra il protagonista ed una donna che in tutte le sue
espressioni di vita ricorda "Lilith" (di qui il titolo) la prima
moglie di Adamo (Genesi 1.27). Una donna decisa a vivere la propria vita in
assoluta libertà ed autonomia: dalla esuberanza dei sensi, alla gestione della
rinuncia fino all'accettazione del dolore più grande. affrontato con dignità e
rassegnazione.
Una figura femminile contrapposta ad un'altra (la
moglie del protagonista) tradizionalmente dedita e sottomessa fin quasi a
divenire ombra armonica e fluttuante nei confronti del proprio marito, così
come ogni "brava" compagna deve essere secondo la figura della più
nota moglie di Adamo: "Eva" (Genesi 2.18)
Salvator
Gotta (Montalto Dora, 18 maggio 1887
- Rapallo, 7 giugno 1980), laureato all'Università di Torino, esordì nella
produzione letteraria con "Pia" (1912), "La porta del
cielo" (1913), "Ragnatele" (1915), anno in cui si arruolò
volontario fra gli alpini. Da questa esperienza trasse nel 1926 il romanzo per
ragazzi "Il Piccolo Alpino", che ebbe grande successo.
Scrisse anche sceneggiature per il cinema e opere
teatrali come "Mille lire" (1923) e "La damigella di Bard"
(1936). Continuò a scrivere, anche nel dopoguerra, romanzi di evasione, ormai
dimenticati.
Divenne popolarissimo tra gli adolescenti negli anni
Sessanta e Settanta perché teneva una rubrica di domande e risposte sul
settimanale a fumetti "Topolino" e per i suoi romanzi storici sul
Risorgimento. Fu influenzato dai veristi e da Antonio Fogazzaro. A Fogazzaro,
Giacosa e a Gozzano dedicò un suo libro autobiografico, "Tre maestri"
(1976). La sua autobiografia è contenuta nel libro "L'almanacco di
Gotta".
Salvator Gotta
LILITH
Edizioni Solfanelli
[ISBN-978-88-7497-794-9]
Pagg. 176 - € 12,00
http://www.edizionisolfanelli.it/lilith.htm
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