martedì 9 agosto 2005

A SCONTRONE LA MASCHERA DI CELESTINO

Prosegue, con una tappa importante, il giro estivo di presentazioni tra le principali località turistiche abruzzesi de ”La maschera di Celestino” il romanzo sulla Perdonanza e sui misteri di Papa Celestino V del giornalista e scrittore Angelo De Nicola, già in ristampa ad un mese e mezzo dall’uscita. Nell’ambito della manifestazione “Scritture creative”, in un evento organizzato da “Studio News” di Pescasseroli in collaborazione con il Comune di Scontrone (AQ) e Ente Parco Nazionale d'Abruzzo Lazio e Molise, si terrà un incontro sul libro

Mercoledì 10 agosto, alle ore 18, presso il Municipio di Scontrone
All'incontro partecipano: Lino Alviani (curatore della rassegna ”Rose’s choice”), Antonio Grano (storico), Don Claudio Palumbo (docente di storia della Chiesa) Patrizia Melone (sindaco di Scontrone).
Accrediti stampa:Stefano Cristofani redattore “Park News”, Claudia Sette corrispondente de “Il Tempo”, Fabrizio Fusco corrispondente di “Abruzzo Oggi”, “Tele Alto Sangro”, “Video Esse” Sulmona.

SCHEDA DEL ROMANZO (dal sito www.angelodenicola.it)

"La Maschera di Celestino" (Textus Edizioni), narra del Santo Padre che decide di rendere omaggio, per la prima volta in oltre 700 anni, alla sola Porta Santa fuori da Roma in onore del suo predecessore, Celestino V, l'Eremita che nel 1294 fu incoronato Papa all'Aquila. Celestino V, l'unico Papa che diede le dimissioni nella storia della Chiesa. Un Papa rivoluzionario. Un Ghandi del Duecento. Un Martin Luther King del suo tempo. Un crociato della Pace. Un guerriero del Perdono da sprofondare nel dimenticatoio, da denigrare quale vile per il suo "gran rifiuto". Un Papa che anche Giovanni Paolo II ignorò: Woytjla, il 30 agosto del 1980, nel discorso che tenne sul sagrato della basilica di Collemaggio in occasione dei 600 anni dalla nascita di San Bernardino da Siena, non nominò mai il suo predecessore Celestino V, salvo poi andare ad inginocchiarsi davanti al mausoleo in forma privata. "L'annuale cerimonia della Perdonanza Celestiniana - scrive Dacia Maraini nella prefazione - è assunta a pretesto di un intreccio che si tinge di giallo e si apre ai drammi dell'attualità. In una città blindata che attende l'arrivo del Pontefice e teme gli attacchi del terrorismo internazionale, due personaggi giocano una partita a scacchi con un nemico invisibile e minaccioso". La minaccia è quella di un attentato al Papa nello splendido scenario della Basilica di Collemaggio in occasione della Perdonanza Celestiniana. Con un finale a sorpresa, ma nemmeno tanto. Il messaggio, un disperato messaggio di Pace legato al Volto (la maschera, appunto) di San Pietro dal Morrone. Un "romanzo storico virtuale" per il tour nella Grande Rete (l'Opus Dei, i Templari, Aldo Moro, Dante Alighieri, la Santa Casa, Gioacchino da Fiore, Paolo VI, la profezia di Malachia...) sulle orme di Celestino. Un percorso virtuale che il lettore può rifare scegliendo lui, oltretutto, le strade lungo le quali avventurarsi ulteriormente. Un giallo, dunque, in chiave moderna sulla straordinaria figura di Celestino V. "Il modello "alto" dell'invenzione letteraria di De Nicola - scrive ancora la Maraini - è, forse, Umberto Eco che nel suo "Il nome della rosa" rivela la trama razionale di ciò che a tutta prima appare arcano e misterioso. Ma qui siamo lontani dalla ricostruzione dell'ambiente e delle atmosfere medioevali ed è piuttosto l'oggi, con i suoi lati oscuri e le sue piccole e grandi miserie a fare da sfondo ad una storia che ha il sapore della commedia e dove due sole voci hanno il compito di raccontare una città e una leggenda che affonda le sue radici nel passato mitico dell'Europa cristiana".

sabato 6 agosto 2005

ANNIVERSARIO MARCINELLE: GLI APPUNTAMENTI A MANOPPELLO

Il Sindaco Giorgio De Luca a Roma dal ministro Tremaglia
La sera spettacolo "Suoni e luci della miniera"

La citta' di Manoppello, la piu' colpita dalla tragedia di Marcinelle, si prepara a ricordare i 22 suoi caduti dell'8 agosto 1956.
Lunedi' 8 agosto il sindaco Giorgio De Luca sara' ricevuto a Roma dal ministro per gli Italiani nel Mondo, Mirko Tremaglia, che nel 2001 ha proclamato l'8 agosto, giorno della strage nel borgo minerario, Giornata internazionale del Sacrificio dei lavoratori italiani nel mondo.
La comunita' manoppellese si riunira' alle 11,00 nella chiesa di San Nicola, per una messa di commemorazione. Subito dopo sara' deposta una corona sulla lapide in Piazza Caduti di Marcinelle.
La seconda parte della giornata dedicata alle vittime del '56 iniziera' alle 19 nel centro di accoglienza "Santissima Annunziata", dove sara' presentato il volume di Maurilio Di Giangregorio "La catastrofe di Marcinelle. Per non dimenticare".
Alle 21,30 la citta' ritrovera' le sue radici di emigrazione nello spettacolo allestito in Piazza Caduti di Marcinelle, dal titolo "Suoni e luci della miniera".
La citta' di Manoppello e' oggi gemellata con la municipalita' di Charleoi, e nell'ambito degli scambi culturali fra queste due realta' accomunate dalla tragedia e da anni di emigrazione il 9 agosto arrivera' il Circo di Marcinelle.

martedì 2 agosto 2005

La mostra di scultura di Di Giosaffatte al Museo Casa d’Annunzio

Ultimi giorni per ammirare le sculture del grande maestro abruzzese

Sta per chiudere i battenti la splendida mostra antologica dell’artista castellano di adozione, nato a Penne nel 1935, Vincenzo Di Giosaffatte. Ancora per qualche giorno, fino al 7 agosto sarà possibile ammirare all’interno della suggestiva ambientazione della casa natale di Gabriele d’Annunzio le meravigliose sculture ceramiche. Numerose e originali le opere esposte, che i cittadini di Pescara nel rituale passeggio di Corso Manthonè possono fermarsi ad ammirare nelle ore notturne della calura estiva.
Davvero una bella vetrina per il celebre autore di opere famose come la “Colonna della passione” (1996) al museo Stauros, Santuario di San Gabriele nell’Isola del Gran Sasso.
Il materiale fittile per eccellenza, la terra, viene sublimato dalle opere in refrattario ad alta temperatura dell’autore, che sono insieme un itinerario di ricerca formale e un discorso dialettico tra spazio, natura, speculazione stilistica e afflato metafisico. Nel repertorio dell’artista Di Giosaffatte figurano creazioni che ricordano le crete senesi e grés porcellanati o a lustro metallico dai colori iridescenti, lattiginosi e traslucidi che richiamano certi smalti policromi piombiferi cinquecenteschi di Bernard Palissy o certe barbottine francesi dell’Ottocento o ancora le ardite composizioni ceramiche del Novecento di Vilmòs Zsolnay.
Caro all’autore è il tema del dialogo, degli incontri, che viene sviluppato in tutta la sua tensione spirituale con una spiccata verticalità di forme ascensionali. È così per “Aspirazione corale”, per l’opera “Scrutatori” e “Andare oltre” (1990).
Tutte opere di grandi dimensioni destinate ad ambientazioni integrali. Colonne, obelischi, prismi, cunei, la cui consistenza materica evoca per certi versi, pur nella sua peculiare originalità il percorso stilistico di un grande autore tunisino vivente: Khaled Ben Slimane – che spero presto di poter intervistare –, membro dell’Accademia Internazionale della Ceramica di Ginevra, le cui opere sono esposte in prestigiosi musei, dal British Museum di Londra all’Idemitsu Museum of Art di Tokyo. Penso in particolare alla verticalità di opere come “EKWC” o ai coni “Ascension”, creazioni queste, talora rese polite, con il tratto minuto e il grafismo dei caratteri pseudocufici, talaltra  plasmate grezze, incrostate e possenti, tanto da  rassomigliare a certi totem ancestrali o a dolmen e menhir protesi come il grido dell’uomo verso il cielo. Per entrambi gli autori è il gemito della creazione ove demiurgo è Adamo.
La genesi dell’uomo è perennemente evocata nell’opera di Di Giosaffatte da alcuni “profili” di volti che spezzano la visione dello spazio spiccatamente iconoclastica dell’intero iter artistico dell’autore. Il suo è un rigore essenziale plastico e lucente, come certe preziose silhouette dell’orafo James Riviére o certi  morbidi impasti di Chagall, Mirò e Picasso ceramisti.
Se fulcro di tutto è l’uomo; la terra quale materia, è il punto nodale della creazione.
“Partendo dalla Terra” (1938), il globo  come visto da uno spazio siderale lontano brilla, al pari di un gigantesco cabochon di zaffiro, di un blu cobalto, ricco e prezioso.
E’ il blu dell’antica tradizione castellana. Il blu della collezione Farnese, il blu profondo della notte.
È singolare come culture tanto lontane come quella occidentale e quella mediorientale possano trovare, nella creazione artistica, pur nella diversità di ispirazione e concettuale, in un’epoca così lacerata da conflitti ideologici e culturali come la nostra, radici,  punti di contatto e di incontro. L’Arte è mediatrice di cultura ed è la sola matrice comune che possa portare veramente al dialogo.
Tema molto caro a Di Giosafatte è quello de “L’INCONTRO FRA I POPOLI”.
In una lettera aperta alla Città di Pescara l’artista abruzzese pensa alla realizzazione di una grande scultura in acciaio e ceramica girevole, di cui ho avuto l’onore di visionare il bozzetto. Pescara città di quel mediterraneo che è culla di millenaria civiltà comune potrebbe essere il luogo auspicato e idealmente vocato all’incontro-dialogo fra artisti di Paesi diversi. Una città cosmopolita dell’arte.

Elsa di Paolo


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