Ultimi giorni per ammirare le
sculture del grande maestro abruzzese
Sta per chiudere i battenti la splendida mostra antologica dell’artista
castellano di adozione, nato a Penne nel 1935, Vincenzo Di Giosaffatte. Ancora
per qualche giorno, fino al 7 agosto sarà possibile ammirare all’interno della
suggestiva ambientazione della casa natale di Gabriele d’Annunzio le
meravigliose sculture ceramiche. Numerose e originali le opere esposte, che i cittadini
di Pescara nel rituale passeggio di Corso Manthonè possono fermarsi ad ammirare
nelle ore notturne della calura estiva.
Davvero una bella vetrina per il celebre autore di opere
famose come la “Colonna della passione” (1996) al museo Stauros, Santuario di
San Gabriele nell’Isola del Gran Sasso.
Il materiale fittile per eccellenza, la terra, viene
sublimato dalle opere in refrattario ad alta temperatura dell’autore, che sono
insieme un itinerario di ricerca formale e un discorso dialettico tra spazio,
natura, speculazione stilistica e afflato metafisico. Nel repertorio
dell’artista Di Giosaffatte figurano creazioni che ricordano le crete senesi e
grés porcellanati o a lustro metallico dai colori iridescenti, lattiginosi e
traslucidi che richiamano certi smalti policromi piombiferi cinquecenteschi di
Bernard Palissy o certe barbottine francesi dell’Ottocento o ancora le ardite
composizioni ceramiche del Novecento di Vilmòs Zsolnay.
Caro all’autore è il tema del dialogo, degli incontri, che
viene sviluppato in tutta la sua tensione spirituale con una spiccata
verticalità di forme ascensionali. È così per “Aspirazione corale”, per l’opera
“Scrutatori” e “Andare oltre” (1990).
Tutte opere di grandi dimensioni destinate ad ambientazioni
integrali. Colonne, obelischi, prismi, cunei, la cui consistenza materica evoca
per certi versi, pur nella sua peculiare originalità il percorso stilistico di
un grande autore tunisino vivente: Khaled Ben Slimane – che spero presto di
poter intervistare –, membro dell’Accademia Internazionale della Ceramica di
Ginevra, le cui opere sono esposte in prestigiosi musei, dal British Museum di
Londra all’Idemitsu Museum of Art di Tokyo. Penso in particolare alla
verticalità di opere come “EKWC” o ai coni “Ascension”, creazioni queste,
talora rese polite, con il tratto minuto e il grafismo dei caratteri
pseudocufici, talaltra plasmate grezze,
incrostate e possenti, tanto da rassomigliare a certi totem ancestrali o a
dolmen e menhir protesi come il grido dell’uomo verso il cielo. Per entrambi
gli autori è il gemito della creazione ove demiurgo è Adamo.
La genesi dell’uomo è perennemente evocata nell’opera di Di
Giosaffatte da alcuni “profili” di volti che spezzano la visione dello spazio
spiccatamente iconoclastica dell’intero iter artistico dell’autore. Il suo è un
rigore essenziale plastico e lucente, come certe preziose silhouette dell’orafo
James Riviére o certi morbidi impasti di
Chagall, Mirò e Picasso ceramisti.
Se fulcro di tutto è l’uomo; la terra quale materia, è il
punto nodale della creazione.
“Partendo dalla Terra” (1938), il globo come visto da uno spazio siderale lontano
brilla, al pari di un gigantesco cabochon di zaffiro, di un blu cobalto, ricco
e prezioso.
E’ il blu dell’antica tradizione castellana. Il blu della
collezione Farnese, il blu profondo della notte.
È singolare come culture tanto lontane come quella
occidentale e quella mediorientale possano trovare, nella creazione artistica, pur
nella diversità di ispirazione e concettuale, in un’epoca così lacerata da
conflitti ideologici e culturali come la nostra, radici, punti di contatto e di incontro. L’Arte è
mediatrice di cultura ed è la sola matrice comune che possa portare veramente
al dialogo.
Tema molto caro a Di Giosafatte è quello de “L’INCONTRO FRA I
POPOLI”.
In una lettera aperta alla Città di Pescara l’artista
abruzzese pensa alla realizzazione di una grande scultura in acciaio e ceramica
girevole, di cui ho avuto l’onore di visionare il bozzetto. Pescara città di
quel mediterraneo che è culla di millenaria civiltà comune potrebbe essere il
luogo auspicato e idealmente vocato all’incontro-dialogo fra artisti di Paesi
diversi. Una città cosmopolita dell’arte.
Elsa di Paolo
INGRESSO GRATUITO. IN VENDITA CATALOGO “VINCENZO DI
GIOSAFFATTE. IL VOLTO DELLA SCULTURA”. CLAUDIO CERRITELLI. PREFAZIONE DI CARLO
FABRIZIO CARLI. ANDROMEDA ED. COLLEDARA. € 40,00.
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