Mercoledì 2 luglio ad Atessa presso Arte In di Chiara Campagnolo, Ascom Abruzzo inizia un primo ciclo di manifestazioni culturali “Poesia e Impresa”, dedicati alla realtà artistica in relazione all’impresa economica. Alle 19:00 sarà presentato “Chiaro di fiore”, raccolta di poesie della giornalista Serena Giannico, pubblicata per Tabula Fati.
«Come ogni attività umana non può sottrarsi dalla complessità degli aspetti e le attitudini della persona, abbiamo inteso aprire il campo di questa iniziativa puntando sulle attività letterarie, sulla poesia e sulla scrittura. Vogliamo ribadire con questi appuntamenti di mercoledì d’autore, sparsi per tutta la regione, dove un’immagine concreta del giacimento culturale di cui Abruzzo dispone, che può rivelarsi come aspetto costitutivo anche delle altre attività e in primo luogo, quelle commerciali. Come la storia ci insegna, le attività commerciali si sono sparse nel mondo adottando sempre a loro fianco, come valido rispecchiamento, la musica, la letteratura, la pittura. Tristi destini sono riservati a quei paesi che rifuggono dal perseguire una via equilibrata tra progresso materiale e sviluppo sociale e artistico. Ogni appuntamento presenterà un autore e un’impresa, ma sarà anche ulteriore occasione di dibattito sulle prospettive di sviluppo futuro con uno sguardo molto preciso, dall’Adriatico all’ Oriente per una internazionalizzazione di arte e di impresa.»
Partecipano al primo ciclo di “Poesia e Impresa” nomi noti della letteratura abruzzese: Pina Allegrino, Serena Giannico, Nicoletta Di Gregorio, Daniela Quieti, Vito Moretti, Cristina Mosca, Massimo Pamio, Massimo Pasqualone, Remo Rapino, Federica D'Amato, Nicoletta Fazio, Sandro de Nobile. Presenta gli incontri Rolando D’Alonzo.
«L’iniziativa di Ascom Abruzzo vuole ricalcare ancora una volta il luminoso esempio di Adriano Olivetti, che negli anni Sessanta attuò per primo il concetto di comunità, nella quale agiscono con pari diritto e entusiasmo artisti e impresa. Il nostro è un ambizioso obiettivo, che vuole evidenziare l’idea che l’impresa stessa oggi ha bisogno di maturare una visione diversa del mondo, dando spazio a fervida immaginazione, a progetti di rinnovamento, che sono i percorsi intesi per le arti. Per essere vincente, deve sviluppare al massimo la funzione di innovazione o anche d’impulso alla trasformazione, in cui intervengono l’intuizione, la creatività, il progetto e il programma dell’avvenire, ma solo la cultura incontra questioni di etica, di estetica, di arte e di poesia, e occorre che trovi qualcosa che non è già scritto, un senso alle parole e all’impresa, che nessuno ha trovato prima. Questo è l’atto d’invenzione poetica, l’atto dell’imprenditore moderno, la grande sfida per l’impresa del terzo millennio.»
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