lunedì 16 settembre 2013

Le Festività Lancianesi (di Tonia Orlando)

In una esuberante manifestazione di gioia, accompagnata da musica e fuochi pirotecnici, alle quattro del mattino si sono accese le luminarie che hanno avviato le festività di Lanciano dedicate a Maria Santissima del Ponte.
Una notte lunga, quindi, nell’attesa del primo botto che avrebbe dato inizio alla tre giorni di fermenti e attività.
La tradizione vuole che nella notte del tredici settembre del 1833, la città di Lanciano aspettasse da Roma una delegazione con le due corone da porre sul capo della statuetta in terracotta della Vergine e del Bambino, che le stesse corone, per una serie di difficoltà, arrivassero con grandissimo ritardo alle quattro del mattino e che,  da quel momento, si  procedesse alla esultanza e alla  festa.
Da allora la città frentana diede inizio ad una serie di tradizioni che riflette la lunga notte di trepidazione che il popolo lancianese visse in quella ansiosa, divina esperienza.
Si volle rimanere fedeli a quella attesa e  per esorcizzare il sonno e rimanere vigili, ancora oggi si conquistano posti sugli spalti della “pista” per assistere, con il naso in su, al primo fuoco di una serie ed onorare “i maestri del botto” che si impegnano a dare il meglio della loro creativa professionalità.
Segue la prima messa solenne concelebrata in Cattedrale  nonché l’affluenza, sin dalle prime luci dell’alba, al mercato coperto  in Piazza Garibaldi, dove trovare le primizie della terra come noci, fichi, olive ed altro, acquistati dentro cestini di giunco intrecciati a mano.
La città di Lanciano è legatissima alla sua storia che reinterpreta in modo fedele  attraverso un ricco serbatoio di tradizioni, dal quale attinge nei temi, nei modi e nelle tecniche.
Tutta l’attività festaiola ha inizio con la fiera del giocattolo del 31 agosto dedicata a Sant’ Egidio.  Si tratta di una manifestazione particolarmente dolce dedicata ai bambini e agli innamorati.
Simbolo dell’evento è la “campanella” proposta in tutte le versioni, dimensioni e colori.
Piazza plebiscito e l’intero Corso Trento e Trieste si colorano e il flebile suono di mille campane accompagna i curiosi visitatori che  fino a notte fonda si accalcano nelle strade della città.
Tornare pertanto a casa con un sacchetto tintinnante di delicate campanelle e il profumo inebriante di colorate saponette o confezioni di fragrante lavanda, è quello che può accadere in occasione della fiera del giocattolo.  E’ una manifestazione dai sapori antichi, dove l’animo, soltanto per qualche ora si fa bambino e si abbandona ad innocenti, tremuli suoni.
Nei primi giorni di settembre seguono le manifestazioni del Mastrogiurato che ripropongono l’insediamento della personalità autorevole del personaggio preposto al controllo e alla gestione dei commerci e delle fiere che da sempre hanno caratterizzato l’economia del centro frentano.
Figuranti in costume sfilano lungo le vie del centro dopo il giuramento in Piazza che l’autorevole signore ripropone alla città nel proposito di onorarla  con il suo fedele servizio.
Il giorno otto è dedicato al “dono”.  Carri colorati, pieni di raccolto e di frutti della terra, percorrono il centro della città accompagnati da canti antichi che le donne in costume locale innalzano come ringraziamento a Maria.
Sono queste giornate intense che i lancianesi vivono in una condivisa, partecipata  coralità.
Si arriva al giorno sedici con la malinconica percezione che tutto stia per concludersi, quando una imponente processione chiude le straordinarie, felici giornate.
Le luminarie con le loro lampadine colorate accese durante la prima, lunga notte, si spegneranno e ci riporteranno alla sfuocata, banale  quotidianità.

T. O.

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