In una esuberante manifestazione di gioia, accompagnata
da musica e fuochi pirotecnici, alle quattro del mattino si sono accese le
luminarie che hanno avviato le festività di Lanciano dedicate a Maria
Santissima del Ponte.
Una notte lunga, quindi, nell’attesa del primo botto
che avrebbe dato inizio alla tre giorni di fermenti e attività.
La tradizione vuole che nella notte del tredici
settembre del 1833, la città di Lanciano aspettasse da Roma una delegazione con
le due corone da porre sul capo della statuetta in terracotta della Vergine e
del Bambino, che le stesse corone, per una serie di difficoltà, arrivassero con
grandissimo ritardo alle quattro del mattino e che, da quel momento, si procedesse alla esultanza e alla festa.
Da allora la città frentana diede inizio ad una serie
di tradizioni che riflette la lunga notte di trepidazione che il popolo
lancianese visse in quella ansiosa, divina esperienza.
Si volle rimanere fedeli a quella attesa e per esorcizzare il sonno e rimanere vigili,
ancora oggi si conquistano posti sugli spalti della “pista” per assistere, con
il naso in su, al primo fuoco
di una serie ed onorare “i maestri del botto” che si impegnano a dare il meglio
della loro creativa professionalità.
Segue la prima messa solenne concelebrata in
Cattedrale nonché l’affluenza, sin dalle
prime luci dell’alba, al mercato coperto
in Piazza Garibaldi, dove trovare le primizie della terra come noci,
fichi, olive ed altro, acquistati dentro cestini di giunco intrecciati a mano.
La città di Lanciano è legatissima alla sua storia che
reinterpreta in modo fedele attraverso
un ricco serbatoio di tradizioni, dal quale attinge nei temi, nei modi e nelle
tecniche.
Tutta l’attività festaiola ha inizio con la fiera del
giocattolo del 31 agosto dedicata a Sant’ Egidio. Si tratta di una manifestazione
particolarmente dolce dedicata ai bambini e agli innamorati.
Simbolo dell’evento è la “campanella” proposta in
tutte le versioni, dimensioni e colori.
Piazza plebiscito e l’intero Corso Trento e Trieste si
colorano e il flebile suono di mille campane accompagna i curiosi visitatori
che fino a notte fonda si accalcano
nelle strade della città.
Tornare pertanto a casa con un sacchetto tintinnante
di delicate campanelle e il profumo inebriante di colorate saponette o
confezioni di fragrante lavanda, è quello che può accadere in occasione della
fiera del giocattolo. E’ una
manifestazione dai sapori antichi, dove l’animo, soltanto per qualche ora si fa
bambino e si abbandona ad innocenti, tremuli suoni.
Nei primi giorni di settembre seguono le
manifestazioni del Mastrogiurato che ripropongono l’insediamento della
personalità autorevole del personaggio preposto al controllo e alla gestione
dei commerci e delle fiere che da sempre hanno caratterizzato l’economia del
centro frentano.
Figuranti in costume sfilano lungo le vie del centro
dopo il giuramento in Piazza che l’autorevole signore ripropone alla città nel
proposito di onorarla con il suo fedele
servizio.
Il giorno otto è dedicato al “dono”. Carri colorati, pieni di raccolto e di frutti
della terra, percorrono il centro della città accompagnati da canti antichi che
le donne in costume locale innalzano come ringraziamento a Maria.
Sono queste giornate intense che i lancianesi vivono
in una condivisa, partecipata coralità.
Si arriva al giorno sedici con la malinconica
percezione che tutto stia per concludersi, quando una imponente processione
chiude le straordinarie, felici giornate.
Le luminarie con le loro lampadine colorate accese
durante la prima, lunga notte, si spegneranno e ci riporteranno alla sfuocata,
banale quotidianità.
T. O.
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