Commentando
le dichiarazioni del Papa Benedetto XVI pronunciate in occasione dell’incontro
con il Presidente della Repubblica Azeglio Ciampi, il Ministro Bottiglione, filosofo
e politico, ha affidato alla stampa la lapidaria sentenza: “Uno Stato senza Dio
va verso il Fascismo”. Se volessimo giudicare questa frase con il colorito e
moderno linguaggio in uso tra i giovani diremmo: “è una stronzata!”, ma poiché
giovani lo siamo stati e il nostro linguaggio è più castigato, diciamo che
l’affermazione del Ministro dell’Udc è una grossa corbelleria, poiché il Fascismo
– com’è storicamente accertato – è stato quel movimento politico che
fondava i suoi principi ideologici sul
trinomio “Dio, Patria, Famiglia”, in cui Dio era al primo posto. Un concetto di
spiritualità che permeava l’intero popolo italiano, che nel fascismo si
riconosceva, ovvero quasi la totalità dei cittadini. Gli stessi reparti in
camicia nera cantavano la “Preghiera del Legionario”: “Iddio che precedi il
labaro delle nostre regioni…”
Ma
a smentire storicamente Buttiglione c’è il Concordato tra Stato e Chiesa, i
“Patti Lateranensi” del 1929, che reca la firma di Benito Mussolini e il
Cardinale Pietro Gasparri. Un concordato che faceva del Cattolicesimo la
religione di Stato, riportava il Crocifisso nelle scuole, includeva tra le
materie scolastiche la religione, concedeva la congrua ai sacerdoti in
risarcimento dei beni sottratti alla Chiesa, creava la figura del Cappellano
militare, e numerosi altri provvedimenti legislativi a protezione della Chiesa
e della Religione Cattolica (Apostolica Romana).
Rocco
Bottiglione è filosofo, esperto di quella materia che universitari scanzonati
definivano un tempo “la scienza con la quale e per la quale tutto resta tale
quale”…, come dire che, filosofando, si può dimostrare tutto e il contrario di
tutto, e a volte induce a “teoremi” o “assunti” che non hanno alcuna attinenza
con la realtà. La quale – nel nostro caso – è proprio il contrario di quanto asserito
da Buttiglione.
Lo
Stato senza Dio, reca all’ateismo, ovvero al materialismo – a Friedrich Hegel, il
filosofo dell’identificazione della
realtà con la razionalità – dunque al comunismo…
Se
Buttiglione avesse posto una qualche attenzione ai movimenti giovanile del
sessantotto avrebbe potuto trarre alcune considerazioni dagli stessi atteggiamenti
e simboli in uso tra quei giovani. Quelli di Sinistra – ispirati dalle teorie
del filosofo tedesco Herbert Marcuse – recavano sul petto una sorta di “A”, che
non significava Anarchia, come da più parti si riteneva, ma si trattava di “ideogramma”
che indicava l’uomo con i piedi ben saldi nel terreno, ovvero una scelta pragmatica della vita. I
giovani di Destra, che si rifacevano ai movimenti neo o post fascisti, ispirati
da concetti filosofici espressi dal filosofo Julius Evola, esponevano sui loro
petti un altro ideogramma, una sorta di A rovesciata, meglio rappresentato
graficamente da una “Y”, che stava a simboleggiare l’uomo con le braccia tese
verso il cielo, ovvero una scelta carismatica della vita. Una
scelta spirituale che porta a Dio.
mas
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