Dal nido delle aquile
cocchiere
Acclamazioni neodestre al
radical chic
di Piero
Vassallo
Dalla lapide
massiccia, che copre la neodestra finiana e bocchiniana, fanno capolino, in
ordine sparso e litigante, micro associazioni di attivisti effervescenti e
gruppuscoli di pensatori domenicali, radunati in vista di un'urgente rifondazione
del partito radical-fascistottardo.
Aspiranti alla
corsa nella golosa arena dell'insignificanza, gli umbratili replicanti sono
tormentati da un estro ecumenico, che li stordisce prima di trascinarli
all'imitazione del vaneggiamento che soggiace al radical chic e
all'orazione strepitosa sugli incensati palcoscenici del pensiero bicamerale,
in feroce guerra contro il fascista Aristotele.
Di qui
l'obbligo di demistificare il minaccioso progetto della restaurazione
finiana-bocchiniana e l'impegno a recidere le tossiche radici di un programma
concepito da replicanti, che intendono svigorire e umiliare la tradizione
italiana prima di sottometterla al loro delirio.
Ora è
necessario rammentare che il primo atto dell'inquinamento a destra si
compì nel lontano marzo del 1974, quando una temeraria sfida al
principio di identità fu suggerita ai missini da Alain de Benoist, il banditore
francese della rivoluzione conservatrice.
De Benoist era
stato convocato in Roma da Armando Plebe, al fine di aggredire e capovolgere i
(fino ad allora) indeclinabili e intatti capisaldi della detestata tradizione e
del pensiero normale.
L'oratoria di
De Benoist toccò il cuore del disagio in circolazione fra i giovani cavalcatori
di tigri evoliane e i delusi dall'inconcludente moderatismo comiziale dell'oratore
Giorgio Almirante.
La giovanile
insoddisfazione diede ali al volo dei militanti nel circolo Onan &
Thanatos, costituito da avanguardisti ribelli ma destinati alla
preparazione della comica finale messa in scena dagli eredi di Almirante.
Per risalire
alla fonte della disfatta occorre rammentare che, nel corso della surreale
radunata plebaica del 1974, uno sbigottito e spaventato Francisco Elias
de Tejada rammentò agli astanti che il marchingegno esibito e lodato dal
divulgatore francese era stato inventato dal tedesco Arthur Moeller van der
Bruck, un interprete dilettante e temerario di Hegel.
Finalità della
rivoluzione conservatrice era, infatti, il trascinamento in politica delle
coppie di opposti - Dio e anti-Dio, affermazione e negazione, bene e male,
felicità e dolore, essere e nulla, azione e reazione - uniti in matrimonio
nell'alto cielo dell'irrealismo hegeliano.
Se non che,
sottratto al firmamento in cui sono consentite e tollerate le dialettiche
acrobazie e fatto precipitare nel rozzo mondo della politica in carne e ossa,
il matrimoniale pensiero di Hegel si comportò come l'albatro di
Baudelaire e barcollò ridicolmente.
L'influsso
della dottrina di Moeller van der Bruck fu pertanto circoscritta all'area degli
intellettuali curiosi e avventurosi e dei politicanti deboli di pensiero.
La trionfale
apparizione sulla scena tedesca di un apparato politico conforme al sogno dei
conservatori rivoluzionari - il partito nazionalsocialista - destò giustificato
allarme e fece arretrare i più celebri sostenitori del progetto di Moeller van
der Bruck, gli scrittori Ernst Von Salomon, Ernst Junger, Thomas Mann, Stefan
George, Oswald Spengler.
I residenti nel
fratto orfanotrofio di Fini & Bocchino, probabilmente, ignorano che la
rivoluzione conservatrice, sconfitta a Berlino nel maggio del 1945, si era già
riversata nel protetto contenitore francofortese [1], una
scuola acrobatica, allestita da acerrimi e indiscussi nemici di Hitler, che
sventolavano la bandiera neopagana e gnostica dello hitlerismo.
E' credibile
che l'affinità francofortese fosse sconosciuta anche ai volonterosi precursori
neodestri, ad esempio al nomade ideologizzante Jean Thiriart [2], che
suggerì a Dominique Venner, la stesura di un manifesto neo-nazionalista
ispirato al "Che fare?" di Lenin.
Inconsapevole e
incolore imitazione del pensiero francofortese, la neodestra francese stabilì
il suo fondamento nel disprezzo del Creatore e nel rifiuto della tradizione
cattolica, sul conto della quale Venner rovesciò una rumorosa e grottesca
sentenza: "Derrière une façade inchangée, il y a le néant. ... La
société traditionelle est un cadavre refroidi dont les oripeaux sont encore
utilisé par le nouveaux maitres. Tant pis si cela est difficile à entendre, il
faut etre lucide".
Sulla strada
dell'avversione chic al Cattolicesimo la neodestra francese incontrò il
pederasta dichiarato e festante Pierre Gripari (1925-1990), il quale, si legge
nella rivista "Le sel de la terre", "multiplie les
attaques antichretiennes et antijuives, notamment dans son petit ouvrage "Le devoir de
blaspheme", que la
Nuovelle Droite mettra un grand zèle à réediter e diffuser".
Bizzarra e per
certi versi spassosa è la tesi del neodestro Gilles Fournier, poligrafo di
stretta osservanza positivista, secondo cui la (detestata) metafisica ebbe
origine in una particolare zona del globo terrestre: l'area afro-orientale, che
va dal Maghreb al golfo del Bengala.
L'intrepidezza
di Fournier avanza fino al punto di affermare, in tutta tranquillità, che la
filosofia fu il prodotto di un trauma psichico subito da uomini di razza
inferiore (i meticci) al cospetto degli ariani: "la métaphisique est
née du choc psycologique que subirent ces métis lors de l'invasion indo-européenns".
Il disinvolto pregiudizio positivista del neodestro
comandò, pertanto, l'aggiramento dell'ovvia, consolidata verità intorno
all'origine greca (ossia indo-europea) della metafisica.
Di qui un
acrobatico volteggio storico-linguistico: il vocabolario dei vinti, camiti e
semiti, non era adatto ad esprimere i concetti della metafisica, ma la nobile e
ricca lingua d'Omero e di Eraclito offrì agli inferiori un adeguato strumento
d'espressione.
Il risultato di
tale ibridazione, secondo Fournier contro natura, fu un meticciato filosofante, "un
système batard, à mi-chemin entre le psychisme magico-religieux et l'esprit
scientifique: l'aristotelismo et sono sous produit, la scolastique
thomiste".
Di bizzarria in
bizzarria la società neodestra approdò infine alla definizione di società
finalizzata allo studio e alla propaganda della metapolitica, una fumosa
scienza generata dalla rilettura e dalla riscrittura della c. d. concezione
europea del mondo.
Per avvalorare
il loro fantastico programma i neodestri sfoderarono un vecchio arnese del
neopaganesimo e del neoliberalismo, il poligrafo Louis Rougier (1889-1982).
Geoffroy
Daubuis ha dimostrato che il pensiero di Rougier si può riassumere in due
assiomi: l'immotivato rifiuto di ammettere l'esistenza di realtà che
oltrepassano l'esperienza sensibile (empirismo) e la drastica negazione del
soprannaturale (naturalismo).
Il contributo
scientifico di Rougier tuttavia si ridusse alla formulazione di un'avventurosa
tesi su San Tommaso d'Aquino traditore dell'ariano Aristotele.
Un'opinione, quella dell'incensato Rougier, sostenuta da notizie scopiazzate e
deformate dalla mancanza di una seria preparazione: "l'ouvrage [di
Rougier] c'est une érudition en trompe l'oeil. Rougier s'est
contenté de copier par paragraphes entiers les ouvrages des specialistes".
Uno
studioso autentico, il professore Augustin
Mansion (1882-1966), infatti, ha dimostrato che l'opera di Rougier è un
coacervo di fraintendimenti, di argomenti arbitrariamente dedotti da testi che
recitano l'opposto, di storpiature di termini filosofici, e di ridicoli
capovolgimenti delle sentenze di Aristotele. Per l'assenza di serie fonti
scientifiche il destino della neodestra era diventare un arnese della
scolastica post-moderna. La mosca cocchiera del partito radicale di massa.
Uno strumento
tanto utile - si pensi al soccorso prestato dallo scismatico Fini al disordine
intellettuale e morale - quanto disprezzato e tenuto a distanza a causa del
pregresso odore di fascismo.
In ultima
analisi la figura di un movimento antitetico alla storia nazionale, la parodia
dell'avanguardia.
P.V.
Geoffroy Daubuis, "La Nouvelle Droite ,
ses pompes et ses oeuvres D'Europe Action (1963) à la NHR (2002), in
"Le sel de la terre", n. 60, Printemps 2007.ù
[1] L'ispiratore dell'ideologia francofortese, Walter
Benjamin, (1892-1940) sosteneva che i nazisti avevano rubato agli ebrei
apostati (e comunisti) l'avversione al Dio dell'Antico Testamento e perciò
promuoveva la fondazione di una sinistra nuova, capace di riappropriarsi della
verità abusata dal nemico tedesco. Dal
tale progetto ebbe inizio la trasformazione del partito comunista in partito
radicale di massa.
[2] Nella biografia di Thiriart (1922-1992) si può contemplare una
metafora del pensiero neodestro: in gioventù militante comunista, durante la II Guerra mondiale
Thiriart aderì all'associazione "Amis du Gran Reich Allemand", infine
collaborò con l'Oas. Al riguardo cfr.:
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